Sabato pomeriggio si e` svolta a Roma una manifestazione per la liberta` di stampa in Italia che, secondo l`opposizione, sarebbe in grave pericolo. Successivamente, c`e` stato il solito balletto delle cifre sulle presenze reali alla manifestazione che, comunque, ha avuto successo.
Di conseguenza, si puo` considerare un successo che puo` servire a cementare momentaneamente un opposizione divisa e priva di un programma chiaro e definito; capace di trovare consenso e omogeneita` solamente in nome dell`antiberlusconismo.
Il Pd avrebbe dovuto essere il partito del rinnovamento italiano, della vera rottura con il mondo della prima repubblica e della guerra fredda.
Una compagine politica in cui confluivano gli uomini e quindi la storia e la cultura della vecchia sinistra democristiana e del partito comunista, con lo scopo di dar vita ad una sinistra moderna ed europea.
In realta`, questo partito moderno, europeo, post comunista finora non ha mai visto la luce.
I motivi possono essere molti ma, dal mio punto di vista, due sono quelli predominanti: la mancanza di una coraggiosa e anche dolorosa analisi del proprio passato storico, un`interpretazione giacobina della lotta politica.
Con la fine della guerra fredda, in tutti i paesi dell`Europa, seppur con modalita` diverse, i partiti comunisti hanno fatto i conti con la loro storia, hanno affrontato e discusso del loro legame con il totalitarismo sovietico, della loro connivenza con un regime oppressivo e liberticida.
Questo pur provocando sul breve periodo scissioni e perdita di consenso, ha permesso a molti di loro di ridefinirsi come partiti di sinistra realmente psot comunisti.
In Italia, la sinistra comunista, paradossalmente, proprio con la sconfitta del comunismo ha avuto finalmente la possibilita` di andare al potere a livello nazionale.
E` stato sufficente un “maquillage” simbolico e dialettico e, sull`onda lunga di “mani pulite”, la sinistra comunista divenne il “nuovo” divenne automaticamente un moderno partito post guerra fredda.
Quella congiuntura storica ha fatto si che la sinistra italiana, non solo abbia evitato accuratamente di analizzare il proprio passato, i propri errori ed orrori ma abbia finito per esaltare il proprio percorso storico.
In questo modo pero`, i vari partiti post comunisti, non hanno mai avuto una reale credibilita` soprattutto dal momento in cui hanno deciso di ergersi a censori del vizio e a protettori della pubblica Virtu`.
Obbiettivi, secondo loro perseguibili, esclusivamente, attraverso l`eliminazione politica dell`avversario responsabile della degenerazione sociale e civile: Berlusconi.
I recenti comportamenti del premier sono oggettivamente alquanto discutibili, pero`, la sua demonizzazione e` un processo che la sinistra ha iniziato nel lontano 1994.
Fin dalla meta degli anni novanta la sinistra, soprattutto quella cosiddetta moderata, invece di criticare il premier per le scelte politiche sbagliate ha promosso una campagna di critica aprioristica su qualsiasi atteggiamento e politica promossa da Berlusconi.
Questo antiberlusconismo e` stato portato avanti con tale veemenza e sollecitudine, soprattutto dagli intellettuali, che e` diventato una sorta di “passaporto” senza il quale non si ha diritto ad entrare nella sinistra.
Tale atteggiamento pero` ha comportato, per motivi opposti, gravi conseguenze per la stessa sinistra.
Infatti, questa campagna moralistica e censoria non ha ottenuto consensi tra i moderati ma, nel contempo, ha “fondamentalizzato” la base elettorale del partito.
I moderati non hanno gradito una visione politica incentrata sulla demonizzazione dell`avversario e, allo stesso tempo, hanno considerato poco credibili soggetti politici che svolgono la funzione di censori morali pur non avendo mai rinnegato una politica di sostegno e di dipendenza economica e politica da una potenza totalitaria responsabile di milioni di morti.
Gli elettori di sinistra, invece, hanno condiviso fortemente l`interpretazione dei loro leader e dei loro giornali, secondo cui l`illegalita` diffusa, l`immoralita`, la mancata coesione sociale sono estranei alla loro parte politica , e sono esclusivamente il frutto dell`esistenza di Silvio Berlusconi che, attraverso il suo immenso potere priva gli italiani della capacita` di ragionare, ossia di votare sinistra.
Con quindici anni di questa politica la sinistra moderata e` diventata vittima di se stessa.Come ha dimostrato la fallimentare esperienza veltroniana, infatti, la base non accetta assolutamente una rottura neppure parziale con l`antiberlusconismo, ritenuto non sufficente ma necessario e imprescindibile.
Oltretutto, proprio nel momento in cui con Veltroni cercava timidamente di abbandonare l`antiberlusconismo, il Pd si alleava con Di Pietro, novello Saint Just, che faceva dell`antiberlusconismo l`essenza del suo programma .
La conseguenza di questa strategia contraddittoria e` stata una sonora sconfitta alle elezioni politiche, con il popolo di sinistra che ha premiato l`unico che portava avanti senza se e senza ma l`antiberlusconismo.
Cosi`, al Pd non e` rimasto che correre ai ripari, cercando di riappropriarsi del ruolo di partito inquisitore, purificatore dei vizi degli italiani.
Speriamo che nei prossimi anni gli intellettuali e i politici di sinistra capiscano che l`assioma persone intelligenti libere ed oneste votano inevitabilmente sinistra e tale solo per loro che credono ancora nella superiorita` morale ed intellettuale della sinistra.
Speriamo che capiscano che senza aver fatto i conti con il loro passato, e senza avere un comportamento coerente, non sono credibili come censori del vizio, risultano semplicemente ipocriti.
Speriamo che cio` succeda per il bene di questo paese, bisognoso di una sinistra moderna laica ed occidentale.
Di conseguenza, si puo` considerare un successo che puo` servire a cementare momentaneamente un opposizione divisa e priva di un programma chiaro e definito; capace di trovare consenso e omogeneita` solamente in nome dell`antiberlusconismo.
Il Pd avrebbe dovuto essere il partito del rinnovamento italiano, della vera rottura con il mondo della prima repubblica e della guerra fredda.
Una compagine politica in cui confluivano gli uomini e quindi la storia e la cultura della vecchia sinistra democristiana e del partito comunista, con lo scopo di dar vita ad una sinistra moderna ed europea.
In realta`, questo partito moderno, europeo, post comunista finora non ha mai visto la luce.
I motivi possono essere molti ma, dal mio punto di vista, due sono quelli predominanti: la mancanza di una coraggiosa e anche dolorosa analisi del proprio passato storico, un`interpretazione giacobina della lotta politica.
Con la fine della guerra fredda, in tutti i paesi dell`Europa, seppur con modalita` diverse, i partiti comunisti hanno fatto i conti con la loro storia, hanno affrontato e discusso del loro legame con il totalitarismo sovietico, della loro connivenza con un regime oppressivo e liberticida.
Questo pur provocando sul breve periodo scissioni e perdita di consenso, ha permesso a molti di loro di ridefinirsi come partiti di sinistra realmente psot comunisti.
In Italia, la sinistra comunista, paradossalmente, proprio con la sconfitta del comunismo ha avuto finalmente la possibilita` di andare al potere a livello nazionale.
E` stato sufficente un “maquillage” simbolico e dialettico e, sull`onda lunga di “mani pulite”, la sinistra comunista divenne il “nuovo” divenne automaticamente un moderno partito post guerra fredda.
Quella congiuntura storica ha fatto si che la sinistra italiana, non solo abbia evitato accuratamente di analizzare il proprio passato, i propri errori ed orrori ma abbia finito per esaltare il proprio percorso storico.
In questo modo pero`, i vari partiti post comunisti, non hanno mai avuto una reale credibilita` soprattutto dal momento in cui hanno deciso di ergersi a censori del vizio e a protettori della pubblica Virtu`.
Obbiettivi, secondo loro perseguibili, esclusivamente, attraverso l`eliminazione politica dell`avversario responsabile della degenerazione sociale e civile: Berlusconi.
I recenti comportamenti del premier sono oggettivamente alquanto discutibili, pero`, la sua demonizzazione e` un processo che la sinistra ha iniziato nel lontano 1994.
Fin dalla meta degli anni novanta la sinistra, soprattutto quella cosiddetta moderata, invece di criticare il premier per le scelte politiche sbagliate ha promosso una campagna di critica aprioristica su qualsiasi atteggiamento e politica promossa da Berlusconi.
Questo antiberlusconismo e` stato portato avanti con tale veemenza e sollecitudine, soprattutto dagli intellettuali, che e` diventato una sorta di “passaporto” senza il quale non si ha diritto ad entrare nella sinistra.
Tale atteggiamento pero` ha comportato, per motivi opposti, gravi conseguenze per la stessa sinistra.
Infatti, questa campagna moralistica e censoria non ha ottenuto consensi tra i moderati ma, nel contempo, ha “fondamentalizzato” la base elettorale del partito.
I moderati non hanno gradito una visione politica incentrata sulla demonizzazione dell`avversario e, allo stesso tempo, hanno considerato poco credibili soggetti politici che svolgono la funzione di censori morali pur non avendo mai rinnegato una politica di sostegno e di dipendenza economica e politica da una potenza totalitaria responsabile di milioni di morti.
Gli elettori di sinistra, invece, hanno condiviso fortemente l`interpretazione dei loro leader e dei loro giornali, secondo cui l`illegalita` diffusa, l`immoralita`, la mancata coesione sociale sono estranei alla loro parte politica , e sono esclusivamente il frutto dell`esistenza di Silvio Berlusconi che, attraverso il suo immenso potere priva gli italiani della capacita` di ragionare, ossia di votare sinistra.
Con quindici anni di questa politica la sinistra moderata e` diventata vittima di se stessa.Come ha dimostrato la fallimentare esperienza veltroniana, infatti, la base non accetta assolutamente una rottura neppure parziale con l`antiberlusconismo, ritenuto non sufficente ma necessario e imprescindibile.
Oltretutto, proprio nel momento in cui con Veltroni cercava timidamente di abbandonare l`antiberlusconismo, il Pd si alleava con Di Pietro, novello Saint Just, che faceva dell`antiberlusconismo l`essenza del suo programma .
La conseguenza di questa strategia contraddittoria e` stata una sonora sconfitta alle elezioni politiche, con il popolo di sinistra che ha premiato l`unico che portava avanti senza se e senza ma l`antiberlusconismo.
Cosi`, al Pd non e` rimasto che correre ai ripari, cercando di riappropriarsi del ruolo di partito inquisitore, purificatore dei vizi degli italiani.
Speriamo che nei prossimi anni gli intellettuali e i politici di sinistra capiscano che l`assioma persone intelligenti libere ed oneste votano inevitabilmente sinistra e tale solo per loro che credono ancora nella superiorita` morale ed intellettuale della sinistra.
Speriamo che capiscano che senza aver fatto i conti con il loro passato, e senza avere un comportamento coerente, non sono credibili come censori del vizio, risultano semplicemente ipocriti.
Speriamo che cio` succeda per il bene di questo paese, bisognoso di una sinistra moderna laica ed occidentale.
Neoconservatore
E come fanno a fare i conti col proprio passato? Come fanno a dire: abbiamo sbagliato tutto, abbiamo avuto torto su tutto, e quelli che abbiamo demonizzato avevano ragione?
RispondiEliminaIl PD è stata una grande novità, concordo con te: ma non sono i D'Alema, i Fassino e i Veltroni, naufraghi del PCI, che possono gestire un nuovo partito progressista moderato.
I penso che ormai la sinistra nn è più in grado di liberarsi de passato.
RispondiEliminaLa base ormai è abituta a sentirsi dire certe cose e se certe cose non te lesente più dire si va a cercare un punto ferimento nuovo.
Guarda il successo de Il fatto quotidiano.
Travaglio e i suoi trattano i temi cari alla base del PD e la base del PD scappa dal PD e si vvicina a DiPietro.
Ho fatto mille errori di battitura.
RispondiEliminaMa spero che il senso sia chiaro.