Non smetteremo di danzare e` un libro che parla di singole persone, di gente comune, che prima di essere brutalmente uccisa partecipavano alla vita della propria comunita` l`arricchivano con il loro talento ed il loro impegno mantenendo allo stesso tempo la propria identita,la propria specificita`
Questo libro e` un libro di nomi ed e su questo aspetto che vorrei focalizzare la mia attenzione.
Noi come Societa` Aperta abbiamo scelto come nostra frase simbolo una citazione di Milton Acorda:”Senza liberta nessuno, in realta`,ha un nome".
Questa frase mi ha sempre colpito perche`tutti gli scrittori, i filosofi, i politici che nella storia hanno parlato e scritto di liberta` hanno associato alla perdita di essa la perdita della vita, della dignita` umana, della proprieta` ma nessuno vi ha mai associato la perdita del nome.
Studiando il Novecento ha capito che in realta` il nome simboleggia e unisce in se tutti questi valori.
Il nome e` il simbolo della specificita` di ciascuna persona unica ed irrepetibile.
E` il simbolo dell`individuo che appartiene ad una comunita` ne rispetta le norme e le leggi che contribuisce a creare ma non si annulla in essa.
In definitiva il nome e` il simbolo dell`umanita` insita in ciascuno di noi.
Lo scorso secolo due totalitarismi, quello comunista e quello nazista, hanno devalorizzato e disumanizzato decine di milioni di esseri umani trasformandoli da persone con un nome a semplici numeri.
L`Europa che domani festeggera` i 20 anni dalla caduta del muro e ogni anno ricorda la Shoah sembra non essere in grado di comprendere come oggi si trovi ad affrontare un nuovo totalitarismo potenzialmente altrettanto pericoloso:l`islamismo.
Dal punto di vista fenomenologico l`islamismo e` un movimento molto lontano da comunismo e nazismo ma dal punto di vista sostanziale appartiene alla stessa famiglia politica.
L`islamismo, fa suo il concetto di colpa aprioristica collettiva che e` la discriminante fondamentale,dal mio punto di vista, per definire una concezione politica totalitaria e la cui applicazione porta inevitabilmente al terrore e al genocidio.
Secondo tale concezione non e` il singolo che e` eventualmente colpevole per le azioni che compie, ma al contrario e` un determinato gruppo etnico, sociale, religioso, che per la sua sola esistenza non puo` che compiere il male e per tanto deve essere eliminato.
Gli atleti di Monaco 72, Daniel Pearl(giornalista ebreo americano decapitato in Pakistan),Leon Klinghoffer (ebreo americano ucciso sull`Achille Lauro) Ilan Halimi(ragazzo ebreo francese torturato fino alla morte in Francia), tutti coloro le cui storie sono cosi` "umanamente" raccontate in questo libro uccisi solo ed esclusivamente perche` ebrei sono i martiri che tragicamente dimostrano questa concezione.
Prima di concludere, vorrei brevemente soffermarmi sulla figura del kamikaze del terrorista suicida. Troppo spesso, in Europa, si cerca di spiegare tale fenomeno attraverso un`interpretazione economica. Cosi` coloro che io amo definire assassini di massa suicida vengono presentati come poveri disperati, che accettano di essere delle armi della disperazione.
In realta`, dalle loro biografie risulta che almeno l`80% di loro hanno un`istruzione superiore o univeristaria e appartengono alla media alta borghesia.Allora perche` scelgono questa soluzione?
Loro scelgono di diventare assassini di massa suicida perche` condividono,sentono propria la concezione che guida l`islamismo nei suoi rapporti con gli ebrei: ossia un ebreo e` meritevole di morte in quanto e` nato.
Sulla base di cio` e` molto piu` logico glorioso e utile alla causa dell`islamismo uccidere trenta ebrei in una discoteca o in un asilo che tre soldati.
Concludo, affermando, che noi europei, abbiamo bisogno di libri come questi, di libri che dimostrano come la speranza puo` prevalere sulla disperazione, l`amore per la vita puo` prevalere sulla cultura della morte. Abbiamo bisogno di libri che dimostrano come prima di tutto siano le persone normali, semplici, comuni ad essere i primi baluardi contro il nnichilismo, i primi portatori di speranza.
Ne abbiamo ancora di piu` bisogno ora che le istituzioni e le elite europee sembrano,in maniera assurda considerare una conquista togliere Dio dal mondo, dalla societa` dalle relazioni interpersonali, nonostante il secolo scorso abbai dimostrato quali sono gli effetti quando l`uomo cerca di cancellare Dio dal mondo.
Alessandro
Discorso che ho avuto l'onore di ascoltare in diretta in una domenica piovosa e ventosa e soprattutto per me particolare.
RispondiEliminaOra l'ho riletto con più calma.
Condivido pienamente.
Anche se muovo due appunti...
1-potevi citare anche il tuo blog e potevi citare anche il mio.
2-Il riferimento al Golgota che rende anacronistico e soprattutto sacrilego(uomo che si sostituisce a Dio) il pretendere di rendere migliore il mondo eliminando coloro che sono portatori di una colpa aprioristica era meritevole di una mia citazione personale.
Mi raccomando non completare la parabola rubandomi il post.
Bellissimo anche il libro.
P.S.Non ti ho bannato da me puoi intrvenire. ;-)
Che dire? accetto i due appunti, hai ragione soprattutto sul primo perche` sul secondo..quando finalmente trovi la giusta combinazione e' dura modificarla
RispondiEliminaSi il libro merita davvero, e lui grande persona bravo con la giusta umilta`